Sandro Riminucci segnò 77 punti in una partita che l’ha reso famoso. “Fu una questione polemica: il coach della Nazionale, Nello Paratore, non mi aveva convocato perché l’avevo criticato alle Olimpiadi di Roma. Nella partita per il bronzo con l’Unione Sovietica lui voleva limitare i danni come facemmo e io volevo provare a vincere sapendo che sarebbe stato impossibile. Lo dissi. Rubini voleva prendersi la rivincita. Nane Vianello che era il detentore del record con 67 punti mi aiutò a battere quel primato. E’ la prova del tipo di spirito che c’era in quel Simmenthal”. Domenica è stato omaggiato con la maglia degli 80 anni di storia del club davanti alle sue due squadre. “Vinsi un titolo juniores con Pesaro battendo in finale il Borletti. Pensarono fosse meglio prendermi”, sorride l’Angelo Biondo. “Esordii in Serie A a 17 anni con Pesaro: sono grato ad una squadra che mi ha dato la possibilità di sognare, poi Milano mi ha dato la possibilità di realizzare tutti quei sogni. Ho giocato qui 14 anni, vincere è stato merito di tutti quelli che c’erano. Mi piace ricordare Gianfranco Pieri perché lui era un giocatore incredibile. Io mi sono rotto quattro volte, lui non si rompeva mai perché era sempre un passo avanti a tutti”. Pieri era con lui in mezzo al campo quando ha ritirato la maglia davanti a oltre 10.000 spettatori. E poi c’era Sandro Gamba, prima compagno di squadra anche in Nazionale e poi assistente di Rubini. Momenti di gloria.

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