Alessandro Gentile segnò da tre punti nel finale della partita riducendo lievemente le dimensioni della sconfitta. Ma il derby di Cantù fu una doccia gelata perché la gara non ebbe quasi storia. L’Olimpia andò avanti 25-20 nel secondo quarto giocando bene per 12-13 minuti ma poi fu un monologo canturino. Difesa fatta a brandelli, spaziature, grandi percentuali e difesa solida. “Una lezione di pallacanestro: lo dissi allora ma lo penso anche oggi”, dice Gentile che segnò 28 punti quella sera. “Fu una brutta gara ma stavamo già rimediando: in quelle ore firmammo Daniel Hackett”, ricorda il Coach Luca Banchi.

Fu una serata surreale, alla vigilia di Natale. L’Olimpia aveva superato la prima fase di Eurolega battendo Bamberg ma poi era caduta pesantemente a Strasburgo in una gara senza significato ma testimone di una mentalità ancora lontana da quanto richiesto dall’allenatore. Di rientro dalla Francia, c’era il derby contro una squadra in grande forma, in un impianto ostico e in condizioni molto particolari. Tanto per cominciare mancava Samardo Samuels: si era rotto la mano a Kaunas, e il suo rientro sarebbe avvenuto solo nel 2014, poi mancava David Moss che si era infortunato proprio a Strasburgo nell’ultimo allenamento. Infine non c’era ancora Daniel Hackett (MarQuez Haynes in partenza giocò 18 minuti senza segnare). In pratica mancavano tre dei primi sei giocatori della squadra. Ed era la trasferta numero 7 su 11 gare, uno scherzo del calendario molto particolare che creò tensione. A Cantù l’EA7 perse la quinta partita della stagione, a fronte di sei vittorie, navigava a metà classifica ma valeva più di quanto dicesse la graduatoria. E tuttavia l’87-72 di Cantù raccontò solo in minima parte della superiorità brianzola di quella sera. Pur tenendo conto delle assenze. “Ci guardammo in faccia in spogliatoio – dice Nicolò Melli – e ci dicemmo che giocando così non saremmo andati da nessuna parte. Ma ero certo che questa squadra valesse molto di più”.

Daniel Hackett era a Milano. L’accordo per l’acquisto era stato perfezionato nelle ore precedenti. Quel giorno lo dedicò al trasloco da Siena a Milano, aiutato dal fido team manager Filippo Leoni. Nel tardo pomeriggio completò le visite mediche con il professor Marco Bigoni, il capo dello staff sanitario dell’Olimpia. E infine la prima visita in sede, in Piazzale Lotto. Poi ad Hackett non restò che spostarsi davanti alla tv mentre la squadra veniva asfaltata a Cantù. Quello che nessuno immaginava in quel momento fu che con Hackett e poi gradualmente i recuperi di Moss e Samuels (anche se Cantù, Gani Lawal fece bene con 14 punti e 10 rimbalzi), l’Olimpia in campionato non avrebbe più perso fino a gara 3 dei quarti dei playoff proseguendo la sua striscia di vittorie casalinghe fino a gara 1 della semifinale dei playoff. Dopo la lunga, interminabile, negativa, notte del Pianella, arrivarono 21 vittorie in fila. (12- continua)

 

Condividi l’articolo con i tuoi amici e supporta la squadra

Condividi l’articolo con i tuoi amici e supporta la squadra

URL Copied to clipboard! icon-share