Una trasferta lunga otto giorni in cui un turno “normale” di EuroLeague si fonde con un turno doppio, il decimo, da giocare tutto in trasferta, con il collegamento del viaggio a Venezia contro una delle più quotate rivali delle ultime stagioni italiane. L’Olimpia giovedì si sposterà a Malpensa come tante altre volte, ma sarà di ritorno solo otto giorni dopo, all’inizio del week-end di Pasqua. D’ora in avanti, il calendario non concederà soste. La stagione è arrivata al punto di non ritorno, soprattutto in EuroLeague, ma si decideranno molte cose anche in Italia visto che l’Olimpia affronterà tutte le prime quattro squadre che la seguono in classifica nell’arco delle prossime cinque partite.

@ Vitoria, venerdì 26 marzo, ore 19:00

La lunga trasferta comincia nei Paesi Baschi contro una rivale incontrata spesso negli ultimi anni, con bilancio in parità 9-9. Anche se la storia del confronto è favorevole alla squadra di casa, 14-5 in totale, Vitoria ha vinto a Milano la partita di andata e Milano ha vinto a Vitoria nel 2018 (canestro in entrata risolutivo di Jordan Theodore) e ci ha vinto l’ultima volta in cui ha raggiunto i playoff, nel 2014. Il Baskonia è impegnato in una furiosa rimonta per acciuffare i playoff. Ha vinto sette delle ultime otto partite, cedendo solo a Barcellona e nel turno passato ha rimontato da meno 14 nell’ultimo quarto per vincere a San Pietroburgo e rimanere viva. Da otto gare non subisce più di 75 punti. La trasferta a Vitoria evoca ricordi importanti per due persone: Shavon Shields con la maglia rossoblù ha debuttato in EuroLeague e vinto il titolo iberico nella Bolla di Valencia lo scorso luglio; Ettore Messina contro Baskonia, allora allenata già da Dusko Ivanovic, ha vinto la sua prima EuroLeague, nel 2001 nell’unica finale assegnata attraverso una serie di cinque partite.

@ Venezia, domenica 28 marzo, ore 17:00

Come successe l’anno scorso, anche quest’anno la trasferta in Laguna spezza un viaggio unico di EuroLeague. Reyer-Olimpia ha forti connotazioni storiche, il legame tra i due club è antico e l’apporto dei veneziani alla storia dell’Olimpia è secondo solo a quello dei triestini, basti pensare a campioni come Sergio Stefanini e Gabriele Vianello, tra l’altro quasi sempre presente al Taliercio di Mestre quando arriva l’Olimpia. La partita della scorsa stagione fu rocambolesca, decisa da una tripla allo scadere di Vlado Micov. E’ passato poco più di un anno, ma la le due squadre si sono affrontate altre quattro volte da allora. A Pesaro in Coppa Italia (vittoria della Reyer), a Bologna in Supercoppa, a Milano nel girone di andata, a Milano in Coppa Italia (tutte vittorie dell’Olimpia).

@ Belgrado, martedì 30 marzo, ore 19:00

La partita con la Stella Rossa si gioca in un’arena storica, il vecchio Pionir (foto sotto) costruito nel 1973. E’ la seconda arena di Belgrado, la Stark Arena è grande più del doppio, ma eccessiva in questo periodo (è stata la sede delle Final Four del 2018 e ospiterà il prossimo preolimpico in cui sarà di scena l’Italia). Il Pionir in realtà adesso si chiama Asa Nikolic Hall in onore di uno degli allenatori di riferimento della storia europea, protagonista anche in Italia (Padova, Varese soprattutto, poi Bologna e Pesaro). Per Vlado Micov sarà una specie di ritorno a casa, ma è un ex anche Kevin Punter che giocava nella Stella Rossa la stagione scorsa. La rivalità tra i due club toccò il punto più alto all’inizio degli anni ’70, in occasione della Coppa delle Coppe del 1972 quando la gara di Belgrado sfociò in una rissa epica in campo che finì poi sugli spalti (le ricostruzioni storiche narrano di un Renzo Bariviera colpito alle spalle, difeso dal coach Rubini, colpito a sua volta dal playmaker serbo Zoran Slavnic con inseguimento di quest’ultimo in tribuna da parte di Art Kenney) e consigliò la Fiba, quando le due squadre si qualificarono per la finale, di cancellare la formula basata sul doppio confronto per evitare di riportare il Simmenthal a Belgrado. La gara, infatti, si giocò a Salonicco.

Pionir- Belgrado

@ Atene, giovedì 2 aprile, ore 20:00

Il viaggio si chiude a OAKA, l’arena olimpica nel cuore di un quartiere denso di impianti utilizzati alle Olimpiadi del 2004, a cominciare ovviamente dallo stadio e proseguendo con la piscina olimpica dove Federica Pellegrini vinse la sua prima medaglia nei 200 stile libero, d’argento a soli 15 anni. Il Panathinaikos è una delle squadre che hanno fatto la storia del basket europeo nell’era moderna con sei titoli vinti negli ultimi 25 anni e una striscia di apparizioni ai playoff arrivata a quota nove (lo scorso anno sarebbe arrivata probabilmente la decima) che si interromperà solo in questa stagione, anche se dovesse vincere tutte le sei partite che le rimangono da giocare. Chiusa l’era Pitino nel 2020, da poco è arrivato in panchina Oded Kattash, ex playmaker che firmò il titolo proprio dal Panathinaikos nel 2000 a Parigi battendo in finale la sua ex squadra, il Maccabi. L’Olimpia ha vinto le ultime due partite giocate a OAKA, ma con quattro punti di scarto complessivi, una volta di uno e una volta di tre.

Condividi l’articolo con i tuoi amici e supporta la squadra

Condividi l’articolo con i tuoi amici e supporta la squadra

URL Copied to clipboard! icon-share