Valencia. La Fonteta. Era il 5 marzo, quando Vlado Micov con una tripla frontale su suggerimento di Sergio Rodriguez firmò, dall’arco, la vittoria dell’Olimpia dopo un tempo supplementare. Quella sera l’Olimpia festeggiò in spogliatoio come si fa nelle grandi occasioni: aveva vinto in rimonta, aveva colto l’attimo, aveva costruito il 2-0 negli scontri diretti con Valencia e aveva un calendario favorevole, oltre a scontri diretti per lo più positivi. Nessuno immaginava che quel canestro di Micov sarebbe stato l’ultimo della stagione di EuroLeague. Ma non l’ultimo a La Fonteta, il palasport non grandissimo – 8.000 spettatori di capienza – ma elegante, di Valencia, dove la Liga ACB in pieno luglio ha completato la sua stagione con la vittoria della squadra di Baskonia della quale faceva parte Shavon Shields. Questa mattina, alla seduta di tiro prima della gara, tanti ricordi sono balzati nella testa delle due ali dell’Olimpia. Per Vlado Micov sarà la prima partita stagionale di EuroLeague. Finora ha giocato solo in Supercoppa.

Micov rientra ad un mese o poco più di distanza dall’infortunio al gomito che spense la sua finale di Supercoppa nel primo quarto. Si è allenato negli ultimi giorni e oggi è pronto per andare in campo e riprendere la marcia che potrebbe portarlo a diventare il primo realizzatore di sempre in Europa nella storia dell’Olimpia. Attualmente lo è limitatamente all’era EuroLeague, ma in assoluto è secondo dietro Bob McAdoo. Ai suoi tempi si giocavano molte meno partite, la media di McAdoo è superiore ai 25 per gara, e anche i minutaggi erano differenti. Oggi sono molto più ripartiti. Esistono differenze importanti, ma alla fine longevità, costanza, sono quelle che tali record mettono in evidenza.

L’Olimpia viene da due settimane di stop in EuroLeague: la pandemia ha fatto saltare prima la trasferta di San Pietroburgo e poi la gara interna con l’Alba Berlino. In questo periodo ha giocato solo in campionato, ma adesso la attendono due settimane consecutive di turni doppi. La gara di Valencia è la prima di tre in trasferta, quattro nell’arco di sei gare. Alla fine di novembre, riuscendo a giocare ovviamente, la classifica avrà fatalmente una sua configurazione.

La squadra si è allenata tre giorni di fila in tarda mattinata nella sua palestra al Mediolanum Forum. Giovedì dopo pranzo è partita alla volta di Malpensa, per le quasi due ore di volo verso Valencia, dove è atterrata alle 17.30, ma poi ha impiegato un’ora per sbrigare le pratiche burocratiche ai tempi del COVID. Dodici giocatori sul volo, assenti Malcolm Delaney, Kevin Punter e Riccardo Moraschini. Valencia sarà senza Joan Sastre, infortunatosi dopo la prima partita stagionale, e pare anche senza Vanja Marinkovic. Sam Van Rossom, il veterano belga che contro l’Olimpia ha spesso giocato grandi partite, a 34 anni resta uno dei migliori tiratori della competizione. Il tiro è il motivo per cui molti anni fa ormai l’Olimpia lo mise sotto contratto. Poi lo girò in prestito a Pesaro e alla fine non ci sono mai state le condizioni per portarlo a Milano. Questa però è un’altra storia.

L’hotel della squadra è nel cuore di Valencia. Basta attraversare la strada per trovarsi nel pieno della Città dell’Arte e della Scienza che caratterizza questo tratto di Valencia con i suoi giardini e impianti sportivi costruiti sul letto del Turia, il fiume prosciugato della città. Lungo questo parco, dopo acquari e musei, si susseguono piccoli stadi per baseball, football americano, una pista da atletica, un campo da calcio, una piscina coperta. Uno spettacolo di impiantistica sportiva. Un chilometro verso l’interno sorge il Mestalla, lo stadio della squadra di calcio locale per la quale qui si delira.

Gigi Datome ritrova due compagni del Fenerbahce che si sono trasferiti in coppia a Valencia, ma se con Derrick Williams ha giocato un solo anno, con Nikola Kalinic ha condiviso mille battaglie e cinque stagioni. Se ne sono andati da Istanbul allo stesso momento. Kalinic oggi è il secondo realizzatore di Valencia e contro l’Olimpia ha anche stabilito il proprio primato personale di 22 punti in una gara. Ma l’uomo franchigia a Valencia è il montenegrino Bojan Dubljevic, alla decima stagione con il club valenciano. E’ un centro che sa tirare da fuori in modo superbo, sta segnando oltre 13 punti a partita, è costante e ormai una bandiera del club per rimanere nel quale ha anche accettato, numerose volte, di giocare in Eurocup anziché in quell’EuroLeague che ovviamente gli spetta per talento, storia, rendimento.

L’allenamento del giorno di gara non è un vero allenamento, solo una sgambata per attivare il fisico, tirare, prendere confidenza con le luci dell’impianto, i punti di riferimento, e anche per accorciare un po’ i tempi dell’attesa di una gara che comincerà solo alle 21. Dopo il riscaldamento si tira tanto, a gruppi e individualmente, si finisce con i tiri liberi e poi si rientra in hotel per il meeeting. Prima di allontanrasi da La Fonteta, Datome incontra e scambia quattro parole con Nikola Kalinic.

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