San Pietroburgo è la capitale culturale della Russia e proprio per questo un’attraente meta turistica, ma in inverno le temperature precipitano molto sotto lo zero. L’Olimpia ha trovato meno 16 di minima nella notte, meno cinque di massima e meno nove al momento di atterrare. Non è esattamente questa la stagione migliore per venire in questa città bellissima, adagiata sul Mar Baltico. L’aereo della squadra è arrivato dopo circa tre ore e 25 di volo, trovando strade ghiacciate, neve dappertutto e l’aeroporto largamente più affollato tra quelli visitati finora. La prima notizia, atterrando, è di matrice calcistica, perché ovviamente a tutti interessava conoscere il risultato del derby svoltosi durante il volo della squadra. Ovviamente, i responsi sono stati contrastanti.

Lo Zenit partecipa all’EuroLeague attraverso una wild-card che aveva ottenuto per la stagione passata. Quando la pandemia ne ha determinato la cancellazione, la squadra era ultima in classifica anche se sempre combattiva (a Milano perse di uno). La wild-card è stata così allungata di un anno e lo Zenit la sta onorando con una grande stagione in cui ha già vinto nove volte in trasferta, miglior squadra in assoluto. Il risultato è che lo Zenit è totalmente in lotta per una posizione di prestigio, non solo per raggiungere i playoff.

Xavi Pascual è il secondo allenatore spagnolo dello Zenit. Ha preso il posto di un altro veterano come Joan Plaza. Il general manager Manos Papadopoulos è stato per moltissimi anni la guida del Panathinaikos. C’è grande esperienza a tutti i livelli. La squadra dell’anno scorso è stata rinforzata, ma alcuni dei capisaldi sono stati confermati come la guardia Austin Hollins, l’ala forte Will Thomas, l’ala piccola polacca Mateusz Ponitka. L’Olimpia ha affrontato lo Zenit solo due volte nella sua storia, perché questo è un club recente con meno di dieci anni di storia, che ha preso il posto del Triumph Lyubertsy nella VTB League, e mai a San Pietroburgo. I due precedenti sono stati tutti e due a Milano.

In realtà il basket locale ha avuto buoni momenti negli anni ’70 quando la città si chiamava Leningrado, e la squadra di punta era lo Spartak, non lo Zenit. Lo Spartak, che oggi gioca nella lega russa, ha vinto due titoli sovietici, il primo nel 1975 quando l’allenatore era Vladimir Kondrashin, lo stesso coach che pilotò la Nazionale sovietica all’oro olimpico di Monaco 1972. Il canestro decisivo nella contestatissima finale contro gli USA fu segnato dal centro Alexander Belov, anche lui giocatore dello Spartak. Nel 1971, prima delle Olimpiadi di Monaco, i due portarono lo Spartak alla finale di Coppa delle Coppe contro il Simmenthal. L’Olimpia perse a San Pietroburgo, ma vinse al Palalido ribaltando la differenza canestri e conquistando il trofeo. Lo avrebbe vinto anche l’anno successivo. Ma nel 1972/73 partecipò alla Coppa dei Campioni e lo Spartak in finale superò la Jugoplastika Spalato. Sulla strada verso la vittoria affrontò anche la Mobilquattro Milano, la seconda squadra di Milano dell’epoca, con Chuck Jura in campo e Dido Guerrieri in panchina. C’è tanta storia dietro il basket a San Pietroburgo, solo che riguarda un’altra squadra, non quella attuale che la sua storia la sta costruendo adesso.

Lo Zenit sta confermando la sua crescita non solo in EuroLeague: nella VTB è attualmente prima in graduatoria davanti all’Unics Kazan e allo stesso CSKA, battuto di recente. Contro l’Olimpia giocherà anche Alex Poythress, super atleta dell’università del Kentucky che si era infortunato saltando alcune gare, ma è tornato in campo a Belgrado nell’ultimo turno, la nona vittoria esterna della squadra di Xavi Pascual, determinata dalle triple di Kevin Pangos, il canadese che giocava a Gonzaga e si è costruito una grande carriera europea. Questa è la sua terza squadra di EuroLeague dopo Zalgiris e Barcellona.

L’arena, 7.000 posti, molto raccolta, è a cinque minuti dall’hotel anche se la neve rende il tragitto insidioso. Sorge in una specie di area sportiva costruita attorno allo stadio di calcio, la Gazprom Arena che ospita fino a 64.000 spettatori. Adiacente c’è il velodromo e con esso un paio di impianti più piccoli. L’Olimpia si allena alle 12.30 locali. La seduta è tutta di tiro e attivazione muscolare. Si finisce con una breve riunione a metà campo di Coach Messina cui fanno seguito i soliti tiri liberi che completano ogni seduta.

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