Avrebbe dovuto essere la prima partita della stagione di EuroLeague perché come sempre da queste parti si gioca nel tardo pomeriggio. Poi però è subentrata la concomitanza con Montenegro-Serbia, sorta di derby calcistico in programma oggi al Gradski Stadium per la Nations League. E così il debutto dell’Olimpia è stato rinviato a domani, venerdì, creando ovviamente qualche problema di sovrapposizione con la trasferta di campionato a Bologna. Storie di ordinaria follia nel calendario di questa stagione. “Ma la prossima sarà peggio – dice il Coach Simone Pianigiani -: i Mondiali finiranno a metà settembre, Serie A ed EuroLeague saranno aperte a 18 squadre e tutto va finito prima del Preolimpico del 2020: non ho idea di dove possano trovare le date”. Podgorica dunque, meno di 1000 chilometri in linea d’aria da Milano, tecnicamente una delle trasferte più brevi ma per affrontarla è stato necessario organizzare un charter per rientrare venerdì sera e non sottoporsi ad un viaggio insidioso, con scali e coincidenze.

Podgorica – si chiamava Titograd ai tempi della Yugoslavia comunista, quindi fino al 1992 – è la Capitale del Montenegro, è un posto da 185.000 abitanti secondo l’ultimo censimento ed è anche il posto in cui è nato il genio calcistico di Dejan Savicevic. Ma è anche una città con una grande passione per il calcio: il Buducnost è una specie di bandiera locale. Non partecipava all’EuroLeague da 15 anni e per farsi trovare pronta gli hanno rimesso a nuovo e allargato il Moraca Center, il palasport locale, che porta il nome del fiume che percorre la città. Il giocatore più forte nato qui si chiama Nikola Mirotic ma gioca nei New Orleans Pelicans e in Europa è cresciuto al Real Madrid. Gioca anche per la Nazionale spagnola, non per quella del Montenegro che pure è competitiva.

Sarà il ritorno in EuroLeague, l’orgoglio montenegrino, l’entusiasmo per la squadra di Alexander Dzikic che ha vinto la Lega Adriatica l’anno passato, salvo poi perdere il campionato locale, un fatto inusuale, contro il Mornar Bar, ma è annunciato un pubblico molto caldo. I tifosi locali si chiamano “Varvari”, che tradotto significa Barbari. Storicamente sono considerati appassionati, pieni di entusiasmo ma corretti.

L’Olimpia si è allenata al Mediolanum Forum alle 13 per terminare attorno alle 14.30. Il pranzo è stato consumato sul pullman che ha scortato la squadra alla Malpensa. Tutti presenti i giocatori. Claudio Lomma e Alessandro Colombo sono i fisioterapisti al seguito sotto la regia del dottor Marco Bigoni. Il lavoro di un fisioterapista di un club è probabilmente il più oscuro e sottovalutato. In trasferta i fisioterapisti – quelli che una volta venivano definiti con un termine caduto in disuso e inadeguato “massaggiatori” – sono gli ultimi ad andare a letto, spesso a notte fonda se il viaggio è stato lungo o la partita è finita tardi, e i primi ad alzarsi. Quando è programmato un allenamento sono sempre i primi ad arrivare: nel migliore dei casi ci sono caviglie da fasciare e nel più frequente ci sono terapie da amministrare, 20, 30, 35 minuti per un singolo trattamento. Quando l’allenamento finisce, ricominciano i trattamenti. I giocatori infortunati non vengono mai abbandonati: sono sempre accuditi dai “fisio”, anche e soprattutto nel lavoro in piscina, decisivo per la riabilitazione. L’Olimpia con un menù fatto di un’ottantina di partite l’anno, conta su tre fisioterapisti. Il più “antico” come milizia è Claudio Lomma, lombardo di Sondrio, trascorsi da ciclista. Lomma è specializzato nel recupero dei giocatori infortunati ma non solo ovviamente. Questa è la sua decima stagione biancorossa. Alessandro Colombo è alla terza stagione consecutiva a Milano dopo esperienze nel calcio e poi nella pallavolo a Monza. Il terzo – assente a Podgorica per “turnover” – è Marco Monzoni, che arrivò all’Olimpia per la prima volta nell’estate del 2013 dopo un’esperienza a Baku, nell’Azerbaijan, pallavolo femminile. Da quel mondo proviene la moglie Michaela, ex giocatrice di alto livello della Repubblica Ceka, con cui ha due figli.

L’Olimpia si è lasciata Malpensa alle spalle alle 17.30 circa, sotto una pioggia fitta per arrivare a Podgorica dopo meno di un’ora e mezza di volo accolta da una temperatura mite, oltre i 20 gradi. La squadra ha preso alloggio all’Hilton, ad un quarto d’ora di distanza dall’aeroporto di Podgorica. Alle 20.15 è scattata la cena. Domani si va in campo.

 

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