La mattina del 3 ottobre viene occupata scendendo lungo Manhattan per salire sul ponte di Brooklyn e cambiare quello che i locali chiamano “borough”. E’ in programma un “photo-shooting” Armani che coinvolge tutti i giocatori. L’operazione viene svolta con grande professionalità, velocità e ottimi risultati. La sorpresa è che Alessandro Gentile e Andrea Amato quando si presentano sul set vengono “bocciati” per lo stato dei capelli. Problema risolto in un attimo con tagli nuovi di zecca per entrambi. Ma se il Capitano appare felice del nuovo look alla Cristiano Ronaldo più baffetto alla Clark Gable, Amato mostra tutta la propria preoccupazione di fronte al “risultato finale”, un po’ troppo azzardato. Giudicherete voi. Nel frattempo, per evitare di rimanere intrappolati nel traffico dell’ora di punta, il team manager Alberto Rossini ottiene di spostare l’allenamento di un’ora, alle 15 anzichè alle 14. Il rientro a Manhattan infatti è difficoltoso anche se viene interpretato come una gita turistica, scorgendo in lontananza la Statua della Libertà, i ponti più significativi e i grattacieli più alti. Ad un certo punto si preferisce abbandonare il van e percorrere l’ultimo tratto a piedi. L’utilizzo dell’auto in questo angolo di mondo è pratica suicida.

Il New York Athletic Club è la sede della New York Basketball Hall of Fame ma soprattutto è il club degli olimpionici. Nella sua storia qui si sono preparati atleti che hanno prodotto qualcosa come 248 medaglie olimpiche di cui 131 d’oro in cui ogni tipo di disciplina anche se il successo maggiore spetta a lottatori (incluso il più famoso e forte di sempre nella storia della disciplina negli Stati Uniti, Bruce Baumgartner) e nuotatori o pallanotisti. Al quarto piano dell’edificio che sorge in pratica di fronte alla parte meridionale di Central Park c’è una piscina olimpionica: cinque membri della nazionale femminile d’oro a Londra sono uscite da questa vasca. Il membro più famoso resta però Al Oerter che fu capace di vincere quattro ori consecutivi nel lancio del disco incluso quello di Roma ’60. Il campo si trova al sesto piano ed è racchiuso da una sala pesi enorme e uno spazio identico riservato a tapis-roulant e cyclette. dalle finestre si gode una visione fantastica di Central Park, il polmone verde di Manhattan.

L’allenamento dura qualcosa meno di due ore, con una parte lunga e accurata dedicata allo stretching, che dopo tanti viaggi e pochi allenamenti diventa essenziale. Poi entra in scena Coach Repesa per tanti giochi a metà campo ma senza contatto per un allenamento intenso ma non severo. Assiste a qualche sprazzo di seduta anche Gianluca Pascucci, ex general manager dell’Olimpia, che comincia la sua quarta stagione nello staff di Houston a cui è stato aggiunto di recente come scout anche Simone Casali, che negli anni passati era anche lui all’Olimpia. Il rientro nonostante la distanza breve diventa ancora impegnativo tra traffico e lavori in corso. Ovviamente Manhattan il sabato pullula di eventi, compreso uno spettacolo di wrestling al Madison Square Garden che aveva attirato l’attenzione di qualcuno dei giocatori. Ma si opta per un’ulteriore cena tutti insieme, da Keens, steakhouse storica a pochi blocchi da Times Square. E ora la partita del Madison Square Garden.

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