Questa è la cover-story del “Game Program” in distribuzione domenica al Mediolanum Forum prima di EA7 Emporio Armani-Vanoli Cremona. Celebra il primo posto dell’Olimpia alla fine del girone di andata. Non succedeva dal 1986.

Ventinove anni dopo l’Olimpia ha conquistato il platonico titolo di “Campione d’Inverno”. L’ultima volta successe nel 1985/86 con la squadra di Coach Dan Peterson che avrebbe vinto poi scudetto e Coppa Italia fermandosi però prima del traguardo in Eurolega (allora Coppa dei Campioni: l’Olimpia la vinse un anno dopo e poi anche nel 1988 con Franco Casalini). La squadra del 1986 era una versione-ponte tra quella molto “star-oriented” del 1985 (Joe Barry Carroll) e quella del 1987 (Bob McAdoo). Gli stranieri erano Russ Schoene – che fece così bene da volare poi nella NBA – e Cedric Henderson, giovane cerbiatto che piaceva tanto a Peterson e non ebbe poi una carriera all’altezza del suo enorme potenziale. Sembra incredibile ma la squadra del Grande Slam non era in testa a metà stagione. L’Olimpia dal 1987 al 2014 ha poi vinto lo scudetto tre volte, nel 1989, nel 1996 e nel 2014. Ma a metà stagione è sempre stata dietro. Questo “traguardo” volante rappresenta un’altra delle conquiste statistiche dell’ultimo anno solare. Il girone di ritorno comincia contro Cremona. L’Olimpia arriva a questa gara cavalcando due strisce: 10 vittorie consecutive in campionato, 25 vittorie interne in stagione regolare, serie che si estende su tre differenti stagioni. Tanto per chiarire in due anni da allenatore a Milano in regular season, Coach Luca Banchi ha un bilancio di 38 vittorie e 7 sconfitte, 84.4%.

ALCUNI DATI – L’Olimpia ha un top di 112 punti segnati (a Sassari). Non ne ha mai segnati meno di 68 (a Cremona ma vincendo) e lo scarto massimo è stato di 35 punti (contro Pesaro, in casa). Sono quattro i giocatori che hanno capeggiato la squadra in punti nel girone di andata (Samuels, Gentile, Kleiza e Brooks). L’Olimpia ha chiuso la fase ascendente del campionato prima nel tiro da due, prima nei tiri liberi e seconda nel tiro da tre. E’ stata terza per punti segnati e seconda per punti subiti. Ma soprattutto l’Olimpia è la squadra con la più alta differenza tra valutazione fatta e valutazione concessa. Segno che produce tanto e concede poco. Tutto questo spiega il 13-2 del record a metà stagione, tre vittorie in più dell’anno passato quando l’EA7 girò 10-5 (ma poi non perse più e finì 25-5). Il bilancio parla di 7-0 in casa e 6-2 fuori. L’Olimpia ha perso di quattro ad Avellino e di uno a Reggio Emilia, colpa di un tiro libero a meno di un secondo dalla fine di Riccardo Cervi.

LE PROVE DA RICORDARE – Alessandro Gentile ha dato spettacolo a Pistoia con una prova da 25 punti e 9 rimbalzi con 14 punti segnati già nel primo quarto, 36 di valutazione e una presenza costante anche in difesa. Nicolò Melli a Varese ha giocato la sua partita offensivamente più significativa facendo 5/5 da tre punti, impresa rara anche per gli specialisti. Samardo Samuels ha devastato Cremona all’andata con 21 punti e una settimana dopo ha catturato 13 rimbalzi contro Trento. Linas Kleiza a Sassari ha giocato uno di quei quarti – il terzo – in cui sembra la controfigura del grande Oscar Schmidt per la capacità di tirare da qualsiasi distanza a occhi chiusi. MarShon Brooks, sbloccatosi dopo la trasferta di Reggio Emilia, ha segnato 37 punti a Varese come neppure Keith Langford era mai riuscito a fare a Milano, ma poi ha fatto anche 7/7 da due a Sassari e messo sei triple a Bologna davanti a mamma Darlyn che dopo la sesta non ha potuto esimersi dall’alzarsi, braccia al cielo, per gridare “That’s my boy”. Infine Joe Ragland a Pistoia quando ha dato un calcio ad un periodo difficile segnando le due triple che hanno spaccato la partita.

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