Mancano 61 giorni al “Celebration Day” del 6 marzo

Mike D’Antoni è il playmaker che i tifosi dell’Olimpia vorrebbero alla guida della loro squadra, tra quelli che hanno vestito il biancorosso prima del 1990. D’Antoni ha ricevuto nel sondaggio lanciato nelle settimane scorse l’83.3% delle preferenze. Gianfranco Pieri ha ricevuto l’11.9% dei voti. Giulio Iellini il 4.1%.

D’Antoni ha riscritto l’albo dei record individuali dell’Olimpia, ma le sue cifre dicono pochissimo rispetto a tutto il resto, onoreficenze individuali incluse (compresa la maglia numero 8 ritirata) perché D’Antoni ha sempre giocato per vincere e ha sempre vinto tantissimo. Ad un certo punto, la sua Olimpia ha giocato nove finali scudetto consecutive. Cui sono da aggiungere cinque finali europee (tre di Coppa dei Campioni, una Coppa delle Coppe e una Coppa Korac). Con D’Antoni si andava in fondo praticamente sempre. Non è stato forse il più grande playmaker del campionato italiano in ogni singola stagione ma lo è stato lungo un periodo di tempo più ampio. Larry Wright o Darwin Cook magari sono stati migliori di lui per una stagione ma probabilmente non per due e di sicuro nessuno è stato migliore di lui per almeno tre anni. Nessuno. D’Antoni è stato un esempio di longevità, serietà, costanza. Un playmaker geniale che ha descritto per sempre una tipologia di giocatore, “il playmaker alla D’Antoni” come se bastasse scegliere di esserlo per diventarlo. No, D’Antoni era un genio su ambedue le estremità del campo, un difensore di squadra e un difensore individuale con mani velocissime. Poi era un tiratore da tre punti che passava la palla sempre all’uomo giusto. Dettava i ritmi e vedeva il gioco due passaggi avanti. Il migliore.

HISTORY LESSON di COACH DAN PETERSON

Nel 1947/48 inizia l’era Rubini. Allenatore e giocatore. Avrebbe potuto rappresentare l’Olimpia alle Olimpidi di Londra 1948 ma preferì giocare nella squadra di pallanuoto e vinse l’oro. In regular season, il bilancio fu 10-4, per il 2° posto, dietro la Reyer Venezia.   Girone Finale di 4 squadre:   2-3 (+ un pareggio), per il 3° posto.   Molti pensano (anch’io, per la verità) che il primo anno di Rubini come coach sia stato il 1949-50.   Invece, no.   Ha iniziato qui, due anni prima come da documentazione Lega-Fip.

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