Olimpia-Trento è una semifinale molto particolare: da una parte abbiamo la squadra che segna di più (caratteristica che i playoffs hanno confermato), più efficace nell’attaccare l’area (60.8% da due nei playoffs, per un paragone Trento ha il 41.0%), che produce la valutazione più alta e il maggior numero di assist (nei playoffs sta facendo meglio solo Avellino ma per tutta la stagione è stato così). Dall’altra abbiamo una squadra prettamente difensiva, che nei quarti di finale ha subito 64.0 punti di media, è la migliore nelle stoppate, la seconda nei rimbalzi offensivi e la prima nelle palle rubate. Una squadra con qualità offensive contro una squadra più difensiva, molto fisica e atletica. All’interno di questo ci sta tutto.

Trento è fortissima a rimbalzo d’attacco, ma contro l’Aquila, Sassari ha catturato più rimbalzi offensivi di quanti ne abbia concessi e a sua volta l’Olimpia ne ha catturati 11.5 a partita contro Capo d’Orlando. Trento ha rubato 12 palloni per gara nei playoffs, prima, ma l’Olimpia con 9.8 è stata seconda. Milano aveva il maggior numero di palle perse durante la stagione ed era partita malissimo in gara 1 ma poi ha finito la serie con 14.0 di media ed è diventata la migliore di tutte in questa post-season. In parte le cose stanno cambiando, anche se le caratteristiche delle squadre restano queste, molto ben delineate.

Le due partite di stagione regolare non contano. A Trento, la squadra locale era molto diversa da quella di oggi. A metà stagione si è rifatta il trucco in modo pesante e ha cambiato passo. Nel girone di ritorno ha vinto più partite di chiunque saltando sul quarto posto conclusivo. Nei quarti di finale, superati per la prima volta, ha vinto 3-0 contro Sassari. A Milano, l’Olimpia era a pezzi, a fine EuroLeague e con tanti infortuni: Trento vinse nettamente ma perse Devyn Marble (sostituito da Shavon Shileds) e Filippo Baldi Rossi. L’Olimpia si presenta a gara 1 non al top ma ha recuperato tutti gli infortunati. L’Aquila usa sette giocatori più la stazza fisica di Luca Lechthaler per minuti-spot e falli. L’Olimpia ha una maggiore profondità. Dovrà imporla, così come dovrà imporre la superiorità nella taglia dei lunghi. Ma è vero che Trento, pur avendo un centro come Dustin Hogue e un’ala forte atipica come Dominique Sutton, generalmente non subisce perché è molto aggressiva e fisica. Rimbalzi d’attacco e palle recuperate saranno la chiave. Lì Trento costruisce le vittorie, il suo gioco, lì è dove Milano dovrà imporre le sue qualità, offensive, di organico, di taglia, ad esempio alzando il ritmo. Solo nei playoffs, la differenza è stata di 15 punti a partita.

Il giocatore più in forma di Trento è il protoghese Joao Beto Gomes: nelle due gare contro l’Olimpia non è stato un fattore ma adesso è in grande condizione. Quando gioca da ala forte mascherata apre il campo. Sta tirando oltre il 47% da tre su quasi otto tentativi. E’ un dato rilevante perché Trento è la squadra che tira di più da due, in controtendenza, del campionato ma nelle sue vittorie ha avuto il 38.6% dall’arco.

La disponibilità di Rakim Sanders, sia pure dopo un periodo di inattività e problemi, permette all’Olimpia di giocare anche “piccolo”. Contro Trento può essere fondamentale visto che l’ala forte è un esterno, Dominique Sutton: lui e Gomes sostengono la forza a rimbalzo di Dustin Hogue, un lungo che gioca dentro l’area. Nei playoffs, Trento ha tirato i liberi appena oltre il 70%, ha perso 14.3 palloni e infine ha tirato molto male in avvicinamento.

Un’altra chiave può essere rappresentata dal metro arbitrale. Nel primo turno l’Olimpia è andata in lunetta solo 13.3 volte per partita. Trento ha tirato cinque liberi in più, speso 21 falli subendone altrettanti in una serie con Sassari molto scorbutica.

L’Olimpia ha avuto un quarto di finale spettacolare da Dada Pascolo, il miglior giocatore dei quarti nel rapporto produttività per minuto giocato. Kruno Simon, Ricky Hickman hanno tirato oltre il 40% da tre; Miro Raduljica ha giocato due grandi partite a Capo d’Orlando e Milan Macvan è stato risolutivo. In generale, la squadra è cresciuta con il trascorrere della serie. La miglior prova difensiva è stata l’ultima.

La semifinale si gioca al meglio delle sette gare. Trento non ha mai giocato una serie così lunga. L’Olimpia l’anno scorso ha schiantato le avversarie nella seconda parte del confronto. Era sotto 2-1 con Venezia poi ha vinto tre partite di fila di cui due in tarsferta. Era 2-2 con Reggio Emilia, poi ha vinto gara 5 e 6. Anche questa può essere una chiave di lettura.

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