La lunga rincorsa alla NBA di Mike James è stata completata nell’estate del 2017. Recita un vecchio adagio che quando Dio vuole punire un uomo esaudisce i suoi desideri. Non è andata proprio così ma è certo che l’approdo di James nella NBA è stato agrodolce: da un lato ha giocato come era certo di poter fare, dall’altro l’esperienza è durata pochissimo. Dopo aver segnato altri 32 punti contro Memphis a Las Vegas, James ha firmato un “two-way contract” con i Phoenix Suns. I “two-ways” sono contratti nuovi che permettono alle squadre NBA di avere sotto contratto non 15 ma 17 giocatori alla volta. Questi giocatori possono fare avanti e indietro con le squadre di G-League rimanendo vincolati ma a patto che la loro milizia con la squadra principale non superi i 45 giorni. James non ha trascorso neanche un giorno nella D-League. “Mike è un sopravvissuto – dice il suo ex allenatore Leitzke – Ha dovuto lottare e soffrire per mostrare le sue qualità. Questa esperienza è ciò che l’ha reso quello che è. Per tutta la vita è stato sottovalutato e per tutta la vita ha giocato come se avesse qualcosa da provare e l’ha fatto”.

A 27 anni di età, James era il terzo giocatore più anziano dei Suns nonostante fosse un rookie. La stagione è cominciata in modo bizzarro: il coach Earl Watson è stato subito esonerato a favore dell’assistente Jay Triano. Una controversia che ha coinvolto il point-man titolare Eric Bledsoe ha finito per convincere il club a metterlo fuori squadra e successivamente a cederlo a Milwaukee. Con Bledsoe fuori, James è partito in quintetto a Sacramento segnando 18 punti con 8/10 dal campo più sette assist. In quella gara ha segnato a meno di 15 secondi dalla fine il canestro decisivo. Ha finito per giocare 32 partite a Phoenix con 10.4 punti di media. Ha segnato 26 punti contro Minnesota, 25 contro San Antonio e 24 contro Brooklyn, le sue migliori partite. E infine… è stato rilasciato una settimana dopo che il suo contratto era diventato “regolare”.

In quei giorni Phoenix ha firmato una nuova combo-guard, Isaiah Canaan e rilasciando James gli ha permesso di esplorare il mercato alla ricerca di una nuova squadra. L’ha chiamato New Orleans dove ha giocato altre quattro gare ma senza avere una vera opportunità. E’ stato lui quindi a chiedere di essere liberato per tornare in Europa, al Panathinaikos, vincere il titolo greco, sfiorare l’accesso alle Final Four. Nelle otto gare di stagione regolare che è riuscito a giocare ha segnato 23 punti (7/7 da due) contro il Real Madrid, 18 a Milano contro l’Olimpia, 27 contro il Maccabi. Nelle quattro gare di playoff contro il Real Madrid ha segnato 19.0 punti di media con 44 punti globali nelle due partite di Atene e 32 in quelle giocate in Spagna. Ha anche dato via 4.3 assist di media e tirato con il 57.1% da due, il 40.0% da tre (molto meglio che in stagione), pur senza riuscire a eliminare i futuri campioni d’Europa.

Ma l’ultima esibizione di Mike James con la maglia verde del Panathinaikos è stata gara 5 a OAKA della finale del campionato greco. I suoi 18 punti sono stati il top della gara e hanno permesso alla squadra di Javi Pascual di vincere ancora il titolo ellenico. James però cercava stabilità, cercava la “sua” casa. Con l’Olimpia il feeling è sempre stato molto forte, da anni. Era stato vicino a venire a Milano un anno fa quando optò per la NBA. Ora una nuova storia sta per cominciare.

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