Vlado Micov torna in Italia per giocare a Milano. Non è solo un’ala di calibro internazionale, ma è un giocatore di grande esperienza europea che porterà all’Olimpia leadership e sicurezza. Ecco la sua intervista a Olimpia Milano Tv.
Il ritorno in Italia – “L’Olimpia è la miglior squadra d’Italia di sicuro. Cinque anni fa ho lasciato l’Italia dopo due stagioni e mezzo a Cantù e ricordo grandi derby tra noi e Milano e anche con Varese a quei tempi. Sono contento di essere qui, ho tanti amici specialmente a Monza e sul Lago di Como. Conosco anche la lingua, per quanto debba recuperarla un po’. Ho più fiducia di quanta ne avevo quando venni la prima volta”.

Le aspettative – “Per tutta la vita ho cercato di migliorare e di imparare qualcosa. Dopo tre anni in Turchia, al Galatasaray, torno in Italia e il mio obiettivo è migliorare, entrare nel sistema e aiutare Milano a raggiungere i traguardi prefissati”.

Il ruolo – “La mia posizione naturale è 3 ma negli ultimi due anni, non so se dire sfortunatamente, ma di fatto ho giocato molto da 4 perché abbiamo avuto tanti infortuni. Così mi sono adattato a giocare da 4, perché come ho detto voglio essere utile alla squadra. Il basket è questo: uno sport di squadra in cui i singoli devono aiutare il gruppo”.

L’EuroLeague – “Con la formula cambiata e le 16 squadre non puoi mai dire che esista una partita facile, non puoi mai pensare prima, ovunque giochi, contro chiunque, Ok questa la vinciamo di sicuro. Ci sono 16 squadre di qualità. Serve un roster profondo perché ci sono tante partite e noi giochiamo anche nella lega italiana dove i playoffs sono lunghi. Alla fine si gioca quasi per 11 mesi. Così serve un roster profondo, con giocatori di qualità, stranieri e locali. In Italia, anche se Milano non ha vinto il titolo, la squadra resta la migliore. Ma quando si parla di EuroLeague non c’è una formula sicura, non posso dire prendiamo un tiratore in più o una point-guard in più e basta. Dobbiamo trovare la chimica giusta, abbiamo tanti giocatori nuovi, quasi tutti gli stranieri, gli italiani sono quasi gli stessi, ma serve la chimica giusta e dovremo allenarci bene dall’inizio, conoscere un allenatore nuovo e la sua filosofia. Se cominceremo vincendo anche nella lega italiana, poi acquisiremo fiducia e tutto diventerà più facile ma come ho detto non c’è una  ricetta precisa per andare magari alle Final Four”.

La leadership – “Quando ho parlato con Pianigiani mi ha speigato cosa si aspetta da me e quale sarà il mio ruolo. Sì, sono forse il giocatore più esperto, con più partite di EuroLeague giocate, in campo cercherò di aiutare i miei compagni soprattutto gli americani che sono nuovi per l’EuroLeague. E spiegherò come vanno le cose qui”.

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