Dopo un primo tempo spettacolare soprattutto in difesa, un vantaggio schizzato anche a 23 punti all’inizio del terzo quarto, l’Olimpia si ferma un po’, non segna triple nel secondo tempo (Venezia non l’aveva fatto nel primo), subisce la reazione veemente di una squadra esperta come Venezia, ma alla fine rimane in controllo del punteggio, vince 76-67, e si qualifica per la finale di Supercoppa di domenica (alle 18.00 contro i padroni di casa della Virtus Bologna). Sarà la settima nella storia del club. Importante che la difesa, i rimbalzi, abbiano permesso a Milano di conservare vantaggi sempre significativi anche in una serata in cui il tiro non è entrato come in altre occasioni e nel secondo tempo abbia prodotto solo 33 punti.

IL PRIMO QUARTO – L’Olimpia si mette subito in ritmo, con i rimbalzi d’attacco di Brooks, poi le palle rubate, dello stesso Brooks, di Delaney e poi di Punter. Le due guardie di Milano segnano 11 dei primi 13 punti, quelli che convincono Coach De Raffaele a spendere il primo time-out dopo tre minuti e mezzo con l’Olimpia avanti di otto. Al rientro, Venezia si mette a zona e in attacco cerca i mismatch creati da Mitchell Watt dentro l’area. Il vantaggio raggiunge gli 11 punti su una tripla dall’angolo di Micov. Il secondo fallo fischiato a Datome obbliga Coach Messina ad abbassarsi usando Micov da 4. Venezia trova un po’ di ritmo e rientra anche a meno otto, poi segna Rodriguez da tre, la difesa torna in cattedra e Delaney chiude il periodo, giocando accanto al Chacho, con un lay-up che firma il 27-15 Olimpia.

La nota: la difesa di Milano tiene la Reyer senza canestri da tre nell’intero primo quarto.

IL SECONDO QUARTO – L’Olimpia prova a fuggire schizzando a più 14, sul 31-17, poi sempre cavalcando il gioco interno di Watt (11 all’intervallo) e Daye, la Reyer torna a meno 10 quando Punter ruba palla e manda a schiacciare Hines fermando l’emorragia. La difesa di Milano torna in controllo e sostiene l’attacco che si ferma a causa di qualche palla persa. Ma con rimbalzi (22-15), esecuzione sui due lati del campo (Venezia fa 0/10 da tre) e contropiede il vantaggio esplode a più venti sul 43-23.

La nota: Sergio Rodriguez ha distribuito quattro assist nel periodo, mandando a canestro da sotto Tarczewski e Hines (due volte), e dalla media Datome, pareggiando i quattro assist dell’altro playmaker Delaney.

IL TERZO QUARTO – Doppo tre minuti arriva la prima tripla della Reyer, segnata da Valerio Mazzola, ma prima l’Olimpia era scappata anche a più 23. Sulla seconda, di Chappell dall’angolo, il divario si riduce a 16 punti e Coach Messina decide di spendere il primo time-out della ripresa. Qualche tiro libero sbagliato, senza triple nell’intero periodo, permettono alla Reyer di tornare a meno 12 sul 52-40, poi anche a meno nove con due liberi e un gancio ravvicinato di Daye. Tarczewski chiude il quarto prendendo un fallo a rimbalzo d’attacco e segnando due tiri liberi per il 57-46 Olimpia.

La nota: nel terzo quarto, l’Olimpia ha smarrito precisione dall’arco e segnato in tutto appena 14 punti. Questo ha consentito alla Reyer di riavvicinarsi.

IL QUARTO QUARTO – Ritrovata fiducia, Venezia si avvicina a meno sette, prima di una sequenza di Delaney, un tiro libero di Hines e alcuni possessi difensivamente importanti, inclusa un’infrazione di 24″  forzata. Ma l’attacco non trova ritmo e precisione, così Venezia resta aggrappata alla partita. Datome con il suo classico fade-away allenta la pressione. Delaney con un jumper dalla media restituisce 11 punti di vantaggio all’Olimpia a 3:07 dalla fine con time-out immediato di De Raffaele. La prova all-around di Delaney (19 punti, ma anche 10 falli subiti, sei assist e quattro palle rubate) consente a Milano di rimanere in controllo del punteggio. A 1:22 una penetrazione di Punter sembra chiudere la partita, ma Venezia ha ancora un sussulto. Una tripla di Tonut avvicina la Reyer a sei punti ma con 36 secondi da giocare. L’Olimpia prende i falli, alla fine mette i suoi tiri liberi e chiude 76-67.

La nota: nella seconda metà del quarto periodo, l’Olimpia ha giocato anche con tre playmaker contemporaneamente, abbinando Cinciarini alla coppia Delaney-Rodriguez.

 

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