L’Olimpia ha dominato gara 2 più di quanto recitino i 13 punti di scarto finali. Le statistiche dicono che Venezia ha fatto meglio solo nella gestione della palla, ma tra le palle perse dell’Olimpia vanno incluse quelle generate da due falli antisportivi e un fallo tecnico. Per i rilevatori sono tre palle perse e hanno generato cinque tiri liberi per Venezia, falsando leggermente qualche dato. Non c’è un settore in cui l’Olimpia abbia costruito la sua vittoria perché di fatto la superiorità è stata ovunque.

TIRI – L’Olimpia ha attaccato la Reyer dentro l’area da dove ha eseguito il 67% dei suoi tiri dal campo. Ha fatto il 61.1% con i post up di Batista e Sanders, le penetrazioni di Gentile e Simon. A differenza di quanto accaduto in gara 1 Venezia non ha potuto davvero riempire l’area e sporcare le percentuali interne dell’Olimpia perché la palla è anche tornata fuori e le percentuali sono state accettabili. Il 38.9% dall’arco non fa gridare all’impresa ma rappresenta un dato molto più che positivo.

DIFESA – E’ lì che l’Olimpia ha costruito il suo approccio alla gara. Venezia è stata tenuta a 25 punti nel primo tempo. La Reyer si è dovuta accontentare di tanti tiri da tre ben 37 contro 25, segno che è arrivata spesso a conclusioni obbligate negli ultimi secondi del possesso.  Da due, Venezia ha fatto il 48%, da tre il 27% (solo Bramos e Jackson sono stati efficaci). Repesa aveva chiesto di difendere a prescindere dal rendimento offensivo e la squadra l’ha fatto.

RIMBALZI – Entrambe le squadre sembrano più reattive a rimbalzo d’attacco. L’Olimpia ha controllato il 67% dei palloni disponibili sotto il proprio tabellone, dato non trascendentale, ma ha catturato 13 rimbalzi sui 27 disponibili sotto lo specchio di Venezia, il 48% invece è un dato altissimo. Batista e Macvan sono stati importanti, Bruno Cerella con 6 rimbalzi in 25 minuti è stato superbo.

TERZO QUARTO – E’ l’incubo di questa serie. Venezia ha segnato 28 punti in ambedue le gare, il parziale in questo periodo contando le due partite di Desio è 56-25. In gara 2, l’Olimpia ha contenuto i danni con l’attacco e aveva un cuscino di punti di vantaggio sul quale adagiarsi. Ma è ovviamente un problema da eliminare. Nelle prime due partite, l’Olimpia ha vinto cinque quarti su otto, un sesto l’ha pareggiato e due li ha persi. Il terzo quarto di gara 1, l’unico perso, è costato la sconfitta.

LE CHIAVI DI GARA 3 – L’Olimpia finora ha fatto un gran lavoro a rimbalzo, a parte qualche sbavatura, ma soprattutto dovrà rimettere le cose a posto nel terzo quarto e imporre il suo gioco interno sostenendolo con il tiro da fuori. In sostanza dovrebbe ripetere gara 2 perché il leit-motiv finora è stato questo: sostenere la forza del gioco in post-up con buone percentuali di tiro perimetrale. La difesa finora ha fatto un grande lavoro su Jeremy Pargo, tenuto a 7.5 punti con 1/9 da tre, sette palle perse totali, mentre ha concesso il 53.8% da tre a Michael Bramos, che è uno dei migliori tiratori del campionato. Sempre più difficile contenere Pargo su questi numeri ma sul greco si può fare meglio. Un’altra chiave è innescare Esteban Batista, 71.1% da due in regular season, 62.5% nella serie, 50.0% nei playoffs. Chiaro che i raddoppi lo limitano, ma in gara 2 è riuscito a fare 5/7. La chiave è ritardare gli aiuti interni costringendo la difesa a difendere di più sul perimetro prima di poter riempire l’area.

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