Evanston, Illinois, è una città che significa molto per l’Olimpia. E’ il posto in cui è nato e cresciuto Dan Peterson. E’ il posto in cui è nato a cresciuto Mason Rocca. Drew Crawford è in buona compagnia. Lui è nato a Evanston e ha vissuto lì per i primi tre anni di vita, poi conn la famiglia si è mosso a qualche chilometro di distanza a Naperville, dove ha frequentato il liceo. Ma al momento di scegliere il college proprio come Peterson ha optato per Northwestern, sempre a Evanston, praticamente sulla riva del Lago Michigan. Trenta chilometri più a sud, sempre sul lago c’è la casa dei Chicago Bulls. Il centro di Chicago è anche più vicino. “Crescendo a Chicago negli anni dei Bulls, quando vincevano i titoli, ho avuto la possibilità di vedere da vicino i più grandi giocatori, le squadre migliori, le partite più importanti”, dice Drew.

Aveva un vantaggio: il padre Danny dal 1984 al 2017 ha arbitrato nella NBA. Aveva cominciato a dirigere partite di basket come passatempo, poi aveva cominciato ad arrotondare i guadagni, quindi si è trovato ad arbitrare a livello di college e infine è stato reclutato dalla NBA. Quando Crawford aveva cinque anni, il padre arbitrava già da dieci stagioni. Drew ha visto i Bulls di Michael Jordan vincere tre titoli di fila, tra il 1996 e il 1998. Per allora aveva già un sogno nel cassetto: diventare un giocatore professionista. “La presenza di mio padre è stata di grande beneficio – dice – mi ha fatto scoprire il gioco da bambino, mi ha esposto al basket e a Chicago ho visto i Bulls, ma se avessi scelto di fare qualcos’altro mi avrebbe sostenuto lo stesso. E’ il mio modello”. Dan Crawford ha arbitrato 27 stagioni nella NBA, ha diretto almeno una gara in 23 finali consecutive, l’ultima nel 2017 quando poi si è ritirato. Un sondaggio effettuato presso una selezione di giocatori NBA l’ha identificato a quei tempi come il miglior arbitro della Lega. E’ un Hall of Famer sicuro: potremmo dire che Dan Crawford è stato il più grande arbitro della storia, di sicuro uno dei più longevi ad altissimo livello.

Bill Carmody è l’allenatore che reclutò Drew Crawford a Naperville portandolo a Northwestern. Drew ha giocato in due squadre che hanno vinto almeno venti partite, ha segnato 16.1 punti di media in una stagione, poi si è infortunato alla spalla e ha giocato solo 10 gare nel 2012/13. A quel punto gli hanno concesso un anno extra di eleggibilità, ma siccome si era laureato per le regole NCAA era di fatto un free-agent. Poteva scegliere di trasferirsi senza fermarsi, trascorrere l’ultimo anno nella miglior squadra possibile. Lo voleva Missouri, lo voleva Marquette. In più l’allenatore che l’aveva selezionato, Carmody, era stato licenziato. Ma Crawford decise di rimanere leale fino alla fine: Chris Collins, figlio del grande giocatore NBA e poi allenatore anche dei Bulls Doug Collins, prese in mano le redini di Nortwestern. Crawford rimase, diventando il secondo realizzatore di sempre nella storia dell’ateneo.

Ha svolto 12 provini con squadre NBA nell’estate del 2014. Orlando l’ha portato al camp poi l’ha dirottato verso la G-League. Agli Erie Bayhawks, Crawford ha segnato 16.0 punti a partita, con 6.1 rimbalzi di media. L’estate seguente, è finito nel radar di New Orleans, ma alla fine ha preferito trasferirsi in Europa. Scalando le leghe, è passato da Israele e Germania prima di esplodere a Cremona. MVP delle Final Eight, MVP della stagione regolare nel miglior campionato di sempre per la Vanoli. Quest’anno era a Ganziantep in Turchia. “Non ho mai giocato in EuroLeague prima di venire a Milano, ma ho giocato contro squadre di EuroLeague fin dal primo anno, Milano inclusa. Mi sento pronto. Ogni squadra è fatta diversamente e ti chiede cose differenti, ma quello che tutti vogliono è impegno, attenzione ai dettagli, concentrazione e di giocare all’interno di un concetto di squadra”, spiega.

 

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