Bill Parcells, leggendario coach di football viene da Englewood, New Jersey. John Travolta, lui e la febbre del sabato sera, viene da Englewood. Anche Jordan Theodore, il nuovo playmaker dell’Olimpia, viene da Englewood, aldilà dell’Hudson River, da dove Manhattan puoi vederla, quasi toccarla, ad un tunnel di distanza eppure sembra così irraggiungibile. Ma ad Englewood, Theodore si stava perdendo. Così entrò in scena la mamma Carol spedendolo per gli ultimi due anni di liceo a Paterson, in una scuola cattolica. “Penso mi abbia salvato la vita – ha detto Jordan Theodore a ESPN – sono stato alla larga dai problemi, mi sono disciplinato, mi sono rimesso in riga, ho lavorato duro in campo e in classe”.

Jordan Theodore ha frequentato la Paterson per due anni ed è diventato un giocatore importante, seguito dai migliori college della zona orientale, Pittsburgh, Rutgers fino a Illinois ma lui scelse Seton Hall, per restare in zona, “permettere a mia madre e mio nonno di vedermi giocare sempre”. A reclutarlo fu Bobby Gonzalez, ma prima del suo terzo anno con i Pirates il coach venne sostituito da Kevin Willard. “I primi due anni ho cercato di imparare il sistema”, dice Theodore che poi dal terzo anno è esploso stabilendo un legame fortissimo con il suo nuovo allenatore e il suo assistente Shaheen Holloway, un altro dei grandi playmaker prodotti da Seton Hall. Tra i suoi compagni di squadra c’era anche Jeremy Hazell, poi in Italia a Bologna e Pesaro. Theodore ha giocato divinamente le ultime due stagioni di college, è stato secondo quintetto di conference, ha stabilito il nuovo record di Seton Hall per assist in una stagione demolendo un primato che durava da circa cinquanta anni. Venne convocato per il predraft camp di Portsmouth dove giocò bene per cui quando nei draft del 2012 non venne chiamato la delusione fu doppia.

Ha finito così per debuttare da professionista in Turchia, ad Antalya, poi è transitato da Portorico e Repubblica Dominicana, quando Antalya gli ha bloccato il trasferimento al Cedevita Zagabria. Nel 2013 ha firmato per Mersin in Turchia, due anni, poi il trasfermento a Bourg-en-Bresse in Francia e la svolta con l’approdo in Germania, ai Fraport Skyliners con i quali ha trovato la sua vocazione: quella di playmaker vincente. Nel 2016 ha vinto la Fiba Europe Cup battendo in finale Varese, 66-62. Sotto di tre, è stato lui a segnare la tripla del pareggio poi ha subito un fallo sempre su tiro da tre e messo i tre tiri liberi del vantaggio decisivo. In Turchia è andata anche meglio: ha vinto la Coppa di Turchia superando con il Banvit tutte le quattro squadre di Istanbul che giocavano l’EuroLeague incluso l’Efes in finale (è stato MVP), poi ha portato il Banvit alle Final Four di Fiba Champions League segnando il canestro della qualificazione contro Ludwisburg. Banvit aveva perso di cinque in Germania e aveva bisogno di prevalere di sei. Ecco il coast-to-coast di Theodore.

Il Banvit non ha vinto la Champions League, ha perso la finale a Gran Canaria in trasferta ma Theodore è stato nominato MVP della competizione. E’ stato il quarto realizzatore del torneo con 16.2 punti di media e il migliore negli assist con 7.7, numeri che hanno duplicato grosso modo quelli confezionati nella lega turca. In EuroLeague sarà al debutto ma lo scorso anno nelle otto partite giocate contro le quattro squadre turche di EuroLeague ha avuto 20.7 punti e 6.2 assist di media con 5-3 di bilancio (solo il Fenerbahce l’ha battuto due volte su due). Ha segnato 34 punti al Galatasaray e 32 al Darussafaka vincendo entrambe le gare.

 

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