In occasione della premiazione della “Retina d’Oro” consegnatagli quest’oggi al Mediolanum Forum, il Coach dell’Olimpia, Simone Pianigiani ha anche incontrato i media e parlato dell’imminente stagione di EuroLeague. Ecco cos’ha detto.

Cosa chiede alla squadra –  “Avere un po’ di faccia tosta ed orgoglio nel portare avanti il nostro progetto. Siamo consapevoli che inizierà in questi giorni un tritacarne mentale e fisico. Vorremmo grattare qualcosa in più rispetto all’anno scorso, dove abbiamo giocate tante partite alla pari per poi perderle, e invece vorrei vincerne qualcuna di più. L’aspetto mentale? E’ la grande sfida di tutti, abbiamo reso consapevole la squadra del percorso, perché da questo si riconoscono i progetti solidi. L’approccio mentale come gruppo è la sfida.Le energie nervose sono più importanti di quelle fisiche, come ad esempio sarà questa settimana: venerdì si gioca a Podgorica e poi domenica su un altro campo caldo, a Bologna ma la squadra sa che di lì a tre giorni sfideremo i Campioni d’Europa e qualsiasi cosa dovesse accedere poi giovedì prenderemo l’aereo per andare ad Atene ad affrontare l’Olympiacos. E quindi torneremo a casa per preparare la gara con Pistoia: e se la squadra pensa a quello che è stato e non a quello che sarà all’intervallo saremo sotto e arrabbiati. Ecco perché l’aspetto mentale è decisivo”.

L’importanza di partire bene – “Se parti bene, prendi fiducia e vieni a lavorare in palestra con maggior entusiasmo, anche se i momenti difficili arriveranno lo stesso. Ma con questa formula non puoi deprimerti se perdi qualche partita all’inizio. Baskonia da 0-5 è andata nei playoff; l’anno prima l’Efes da 0-3 è arrivata ad un tiro dalle Final Four”.

Qual è il valore iniziale di Milano – “Tre squadre partono per vincere l’EuroLeague, sono Real Madrid, Cska e Fenerbahce. Faccio fatica a vederle fuori dalle Final Four, figuriamoci nei playoff. E’ come quando si parla del campionato italiano: puoi fare mille previsioni ma sai che se non succedono cose clamorose, Milano i playoff li farà. Vale per loro in EuroLeague. Delle altre nessuna gioca per salvarsi, quindi tutte hanno l’obiettivo di competere per i playoff. L’equilibrio è tale che la differenza tra entrare e uscire è minima. Poi anche contro le big, ci sono momenti in cui anche loro stanno male, hanno acciacchi e allora puoi provare a fare il colpaccio. Vorrei che Milano fosse legittimamente dietro le prime, nel gruppone che vuole tener viva la chance di fare la playoff e non rimanesse impaludata nel fondo. Il nostro obiettivo è molto chiaro. Vorrei che ci sentissimo ancora più solidi in questa crescita cominciata l’anno passato. Non cambia nulla una vittoria in più o una in meno. Poi so anche che le due Final Four che ho raggiunto in carriera le ho fatte dopo cambiamenti importanti, in modo inaspettato, quindi non accetto mai di essere fuori da una competizione fin dalla partenza. Se allenassi un’altra squadra in Serie A, direi “io voglio battere Milano” e infatti lo dicono. Lo sport è questo. Poi so anche che il Maccabi pensa di fare i playoff, che l’Efes arrivata dopo di noi ha costruito una squadra impressionante.

Il fattore campo – “A noi spetta il compito di creare un’atmosfera coinvolgente anche qui a Milano per vincere qualche partita in più in casa. Nei playoff italiani il pubblico ci ha dato grande aiuto, vorrei che fosse così anche in EuroLeague fin dalla prima partita che giocheremo in casa e a prescindere dall’avversario. Vorremmo prendere qualche scalpo importante, vivere qualche notte speciale e a fine stagione dire che stiamo arrivando”.

Il roster più corto, 13 giocatori –  “Lo scorso anno, dovendo iniziare un ciclo, avevamo idee chiare, ma contratti ereditati dal passato. Non è che puoi tagliare tutto e ripartire. Quest’anno abbiamo costruito un roster che non è ridotto ma è più corto di quello delle nostre avversarie, quasi tutte hanno 14 o 15 giocatori, però abbiamo cercato elementi il più possibile duttili ed intercambiabili. Può capitare ad esempio di avere James di fianco di Cinciarini, come al Panathinaikos giocava accanto a Nick Calathes, oppure potremmo avere Nedovic e Della Valle insieme, considerando che con Micov c’è un valore aggiunto di playmaking nella posizione di ala. Non è escluso si possa vedere un Kuzminskas da 3 in EuroLeague o finire con Micov da 4 in Serie A. In futuro, ma penso al prossimo anno che si chiaro, potremmo aggiungere un 5/4. In condizioni normali questo sarebbe il nostro progetto tecnico, così non c’è tempo e dovremo fare tutto giocando ma è lì che vogliamo arrivare”.

(1-continua)

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