Lo sport ha il potere di cambiare il mondo… questo slogan risuona quando si vedono i bambini della scuola di via Saponaro seduti in cerchio ad ascoltare due giovani allenatori di un famoso club milanese, accoglienti, sorridenti e con tanta voglia di fare in modo che accada qualcosa di importante attraverso il basket. “Non vedono l’ora che arrivi martedì, alcuni di loro sono irriconoscibili in questa palestra”, dice il maestro Antonino incredulo ma compiaciuto guardando l’allenamento della sua classe.

Ogni gioco proposto è l’occasione per ognuno di questi bambini di scoprirsi capace, veloce, preciso…per riscattarsi di quella verifica andata male, di quei compiti non fatti bene. Il campo è grande e c’è posto per tutti, ognuno con le sue difficoltà e con le sue paure. Sbagliare per poter riprovare e vincere una grande sfida con se stessi, ogni errore è un incoraggiamento di Michele e Marilisa e non uno schiaffo o un insulto come solito. Scegliere di correre fino alla lunetta e fare un tiro a canestro è per ognuno di loro importante, non avendo potuto scegliere la famiglia in cui son nati, il quartiere difficile nel quale vivono e con fatica crescono. Aspettare un rimbalzo e riprovare all’infinito a tirare per fare canestro e portare nel cuore gioia e soddisfazione, quella gioia e quella soddisfazione di cui bambini di dieci anni hanno bisogno e vanno alla ricerca negli occhi di genitori che, se ci sono, non hanno occhi solo per loro ma per altro. Un rettangolo bianco che contiene e protegge, a volte più di quanto non facciano le pareti di una casa. In tre incontri del progetto “Basket for good”, tanti bambini sono già stati contagiati e mostrano i sintomi della felicità che uno sport come la pallacanestro può causare.

Dagli screzi che possono esserci in una classe, passare al collaborare in un team, è un bel salto, In positivo, perché attraverso semplici esercizi di basket si può riuscire a collaborare magari con il compagno che spesso in classe non consideriamo o non riteniamo all’altezza. In una squadra tutti hanno bisogno di tutti e per riuscire a fare un canestro l’incoraggiamento di un compagno può essere un tassello molto importante per il raggiungimento degli obiettivi.

Giochi di team building, conoscere il compagno, fidarsi di lui e incitarlo, sono aspetti molto importanti che sono stati sviluppati dall’inizio alla fine nelle giornate di basket con il gruppo che partecipa al progetto One Team. Il battere le mani a tempo, palleggiare nello stesso modo, correre e fermarsi, sono esercizi mirati al lavorare insieme, all’ascoltare e al guardare per cercare di conoscere chi fa parte del gruppo, della squadra. Nei primi tre appuntamenti iniziali, i bambini hanno potuto conoscere in modo diverso i propri compagni, conoscere le proprie capacità e anche i propri limiti, “se io non riesco” posso contare sempre sul mio compagno, è questo il punto cardine dei tre allenamenti.

Attraverso il divertimento la conoscenza e l’impegno vengono sviluppate le capacità, come ascoltare e rispettare le regole, capire le situazioni, e perché no, apprendendo anche la tecnica cestistica.

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